La classificazione degli organismi

Di fronte all'incredibile diversità delle forme assunte dalla vita sulla Terra, l'uomo si è posto il problema di raggrupparle insieme in modo logico ed ordinato. Per la maggior parte delle persone la distinzione tra differenti gruppi di organismi ha senso in relazione alle diverse modalità con cui questi influenzano la loro vita. I gauchos (allevatori di cavalli) argentini, ad esempio, utilizzano 200 nomi diversi per indicare i diversi colori del mantello dei cavalli, ma distinguono solo quattro gruppi di piante in funzione dell'utilizzo: erba da foraggio, paglia da lettiera, alberi da legno e yuyos, tutte le restanti piante prive di interesse. I biologi, invece, nel tentativo di identificare con rigore, di studiare e di scambiarsi informazioni sulla diversità di organismi, hanno sentito l'esigenza di costruire un sistema gerarchico di classificazione delle forme di vita presenti sul pianeta. La scienza che si occupa di classificare e di studiare gli organismi in relazione alle loro relazioni naturali prende il nome di sistematica. La prima classificazione dei viventi risale addirittura ad Aristotele (Fig. 7), e si articolava in due soli grandi raggruppamenti: il regno degli animali comprendeva gli esseri viventi che si muovono e mangiano, e i cui corpi crescono fino a un certo punto per poi smettere di crescere; il regno delle piante raggruppava gli organismi incapaci di muoversi e di mangiare e caratterizzati da una crescita indefinita. Tale classificazione è stata utilizzata senza sostanziali variazioni fino a tempi relativamente recenti; lo sviluppo delle tecniche di studio della struttura della cellula e di analisi molecolare, tuttavia, ha consentito negli ultimi anni di realizzare classificazioni che riflettono maggiormente le relazioni evolutive fra diversi gruppi di organismi.

Figura 7: La classificazione aristotelica dei viventi.
\includegraphics[scale=0.7]{aristotele}

Una classificazione ormai classica, benché in parte superata, alla luce delle informazioni ottenute mediante le più recenti tecniche di biologia molecolare, è quella proposta da Whittaker (1969) - si veda la Fig. 8. Essa è basata principalmente sull'organizzazione cellulare e sulla modalità di nutrizione (vedi Tab. 1), e raggruppa gli esseri viventi in cinque grandi gruppi chiamati regni:

Figura 8: La classificazione a 5 regni di Whittaker (1969). Questo sistema č basato su 3 livelli di organizzazione: organismi procarioti (regno delle monere), organismi unicellulari eucarioti (regno dei protisti) e organismi eucarioti multicellulari (regni delle piante, dei funghi e degli animali). I tre ultimi regni si distinguono essenzialmente per le differenze nell'acquisizione di risorse vitali, come indicato simbolicamente in basso a destra. Alcuni phyla sono perņ di difficile attribuzione: Rhodophyta (alghe rosse) e Phaeophyta (alghe brune) sono tradizionalmente classificati tra i protisti, Myxomycota e Acrasiomycota (funghi mucillaginosi) e Labyrinthulomycota tra i protisti, ma Oomycota (muffe d'acqua) tra i funghi, Porifera (spugne) e Mesozoa (parassiti vermiformi di invertebrati marini) tra gli animali.
\includegraphics[width=0.75\linewidth]{regni}

L'unità sistematica fondamentale è costituita dalla specie. La definizione più classica di specie (che si adatta però bene solo agli organismi a riproduzione sessuata) è basata sul concetto di isolamento riproduttivo, e identifica la specie con l'insieme degli organismi capaci di incrociarsi tra loro dando origine a prole feconda e simile ai genitori. Ad es. un asino e una cavalla si possono accoppiare dando luogo a prole (i muli). Tuttavia tale prole è sterile e quindi cavalli e asini appartengono a specie diverse. Negli organismi asessuati o partenogenetici non è ovviamente possibile adottare il criterio appena illustrato. La più comune definizione di specie, basata sulle moderne conoscenze genetiche, è la seguente: un insieme di organismi che abbiano un elevato grado di somiglianza genetica. Il livello di somiglianza è però nella pratica del tutto arbitrario. Ad esempio in microbiologia vengono considerati come appartenenti alla stessa specie batteri che possono differire anche fino al 30gruppo di specie strettamente imparentate, derivate presumibilmente da un antenato comune, costituisce un genere.


Tabella 1: Principali caratteristiche dei cinque regni considerati nella classificazione di Whittaker
\begin{table}\begin{tabularx}
{\linewidth}{p{0.1\linewidth}XXXX}
Regno&
\textbf{...
...
generalmente sessuale&
mobili (fibre contrattili) \\
\end{tabularx}\end{table}


Secondo il sistema di nomenclatura binomia, ideato nel diciottesimo secolo dal naturalista svedese Carl von Linné (solitamente italianizzato in Linneo) e tuttora in uso, ogni organismo vivente è univocamente identificato da un doppio nome in lingua latina, di cui il primo relativo al genere e il secondo relativo alla specie. Il gatto domestico, ad esempio, è classificato come Felis catus, mentre l'uomo è Homo sapiens. Nel sistema gerarchico di classificazione biologica, come in una serie di scatole cinesi, le specie affini sono raggruppate in generi, i generi affini sono raggruppati in famiglie, le famiglie affini in ordini, questi a loro volta in classi, le classi in phyla o divisioni e i phyla in regni. Un particolare gruppo costituisce un'unità tassonomica o taxon, e il livello in cui è collocato è una categoria. La Tab. 2 illustra, a titolo esemplificativo, la classificazione della specie umana.


Tabella 2: Inquadramento sistematico dell'essere umano (Homo sapiens)
\begin{table}
\begin{tabularx}{\linewidth}
{p{0.2\linewidth}p{0.2\linewidth}p{0....
...
Mento prominente, fronte alta, peli sparsi sul corpo
\end{tabularx}\end{table}